Mariaberica Buzzaccarini riunisce opere scelte nel titolo ”Quello che è in basso è come quello che è in alto e quello che è in alto è come quello che è in basso, affinché si compiano i miracoli dell’Uno”. La forza trascinante verso l’Assoluto eleva i loro significati, per cui figure e paesaggi conducono a sentimenti puri mentre guidano alla trascendenza. Ed è questo intimo ardore, questo costante impegno, questa quotidiana passione, intrisi nell’animo di Buzzaccarini, che portano il simbolico a tradursi in figure. E diventano natura, nel richiamo primordiale dell’acqua, nelle schiumanti onde del mare e nei tumultuosi torrenti, che - nelle forme ondulate del movimento - richiamano al sorgere della vita e all’energia del mondo visibile. Anche il colore acquista tonalità evocative, così, unito alle forme, trasforma l’espressività cromatica in visione lirica, come, per estensione dello stile, delle figure geometriche piane, intrise di luce-colore e senza peso, sostengono nella loro leggerezza un ascensionale movimento costruttivo nello spazio. A sua volta, il paesaggio riflette l’adesione al divino ed accoglie il manifestarsi del pensiero rosacrociano nella promessa di una nuova era cosmica: un tempo libero dalla materialità, proiettato verso un futuro già attuale dove, per arte, “l’emancipazione dell’uomo” è già manifesta. Anche il cromatismo verde ed ametista delle chiome degli alberi che si infiorano nel tepore di una luminosità primaverile è visto non attraverso una ripresa naturalistica, bensì mediante la profondità dell’animo che risponde al messaggio di spiritualità racchiuso nell’armonia del mondo. Queste opere dicono di quanto la pittura sia entrata nella vita e nei pensieri di Buzzaccarini, ma anche il modo in cui racchiudono il suo esistere nel tempo. Raccontano inoltre che la sua sensibilità non può essere letta solo per le qualità della pittura. Troviamo, accanto alle esperienze dell’arte, quelle legate all’antropologia e il rapporto con la filosofia e la musica indiana, approfondito dagli studi attraverso l’antroposofia e le religioni comparate. Buzzaccarini è lieve e terrena. Avviene nel dipinto “Seminatore di stelle”, che sostiene su un’immaginaria figura l’identità tra la terra e il cielo, nella fusione tra l’umano e il divino: l’artista possiede delle abilità, anche nella scultura, adatte a trasmettere un seduttivo rinnovarsi della spiritualità.

Maria Lucia Ferraguti

Vicenza, aprile 2020 LE MOSTRE AL MONTE




SEMINATORE DI MONDI,2015OLIO SU TELA, CM 40 X 50

Nel nostro fugace passaggio attraverso questo mondo che ci specchia lasciamo una traccia, come un seme che restituirà all’universo, e a noi, ciò che vi abbiamo nascosto.

“Chi semina vento, raccoglie tempesta..” Ma chi si offre faticosamente a seminare luce e comprensione raccoglierà un giorno sfere di stelle luminose, specchi di mondi a venire e trapassati, gemme di Presenza.









Tre artiste a Mantova, Museo Diocesano 2020: Labirinti contemporanei


L’impulso a dipingere, l’inclinazione persistente all’espressività pittorica resta in Mariaberica Buzzacarini costante. Il desiderio di pennelli, colori e tele per dipingere colma l’urgenza di trasmettere messaggi e conoscenze che appaiono quotidianamente alimentate dalla ricerca artistica.

Da qui la partecipazione alla mostra dedicata a Italo Calvino (1923-1985), dal titolo <Labirinti contemporanei. Percorsi visivi ispirati a “Le città invisibili” di Italo Calvino>.

Buzzaccarini interpreta con sottile sapere la raccolta che coinvolge il suo immaginario, perché le città, non inserite nel paesaggio, rispecchiano, di volta in volta, il luogo dove “l’anima vorrà dimorare”. Custodite da tempo, appartengono alle cento città del bel paese nella “trasposizione fantastica di realtà italiane, connotate in forma simbolica in colori intensi”.

Una renovatio di emergenze monumentali dal nitore cubista, di architetture classiche, un repertorio di edifici dal lontano richiamo metafisico, di facciate e prospettive ardite in equilibrio quasi surreale, tra rampe di scale, reificano quel suo intento di dar voce alla creatività.

Le città dipinte ad olio, simili a concentrati agglomerati urbani custodi della luce e della spiritualità, appaiono staccate da un possibile itinerario geografico. Buzzaccarini ben conosce come ogni edificio, nella sua nitidezza, rifletta la trasposizione fantastica di realtà italiane dove ogni palazzo, senza gerarchie, corrisponde a ricordi, affetti ed esperienze legate al passato.

Alludono tutte all’universo dei simboli, irradiano energia, guidano ad intravedere il richiamo all’universalità e illuminano intensamente la fede poetica nella quale l’artista sviluppa, per nuclei tematici, le opere. Ancor più le accensioni cromatiche contribuiscono a far risaltare il passaggio della luminosità che dà splendore ad ogni particolare delle scene urbane, non abitate e immerse in un’atmosfera color ametista.

“Tra cultura e natura” Armonia è l’opera che si distacca dal legame antropologico, nel senso che presenta l’utopica unità tra la città e l’insolita natura nel richiamo della fusione di una luce soprannaturale. Mariaberica Buzzaccarini, nelle sue Città, sposta l’attenzione dall’essere umano ad un ‘altrove’ che fissa un’origine diversa alle visioni urbane, laddove “ogni corpo individuale sarà edificio”.

Maria Lucia Ferraguti



Christianopolis


Nebulosa


Clausura


Chi cerca non smetta di cercare

Mariaberica de Buzzaccarini

Galleria Art’U’ Contra’ Piancoli, 14


catalogo antologico


  • presentazione

Chi cerca non smetta di cercareNel mondo della pittura si trovano alcuni artisti animati dal desiderio di trasmettere la
spiritualità, di guardare alla natura e cercare la verità mantenendo inalterata negli anni, come per un prodigio, la costante attenzione.
Gli interessi molteplici di Mariaberica de Buzzaccarini risuonano già nel lungo titolo della mostra “Chi cerca, non smetta di cercare finché non avrà trovato. Quando avrà trovato, si stupirà e regnerà su tutte le cose” (dal Vangelo di Tommaso). Ne derivano ideali e sentimenti, l’amore per il creato, l’attrazione per una perfezione interiore, la passione per l’umanità, domande e quesiti che trovano espressione nelle immagini: l’artista rappresenta e sente le vibrazioni dell’energia, che avvengono nella dimensione dello sguardo interiore. Questa attitudine,che la caratterizza, è simile a quella di chi in epoche varie ha trasmesso nelle arti le diverse vie di un’esistenza più elevata, favorite da un atteggiamento di lontananza, dalla materialità del mondo contemporaneo, sostenute dall’attrattiva per il pensiero orientale, le idee di Steiner e le teorie ermetiche e rosacrociane.Da questi saperi si estraggono volutamente immagini dalle forme semplificate e neicolori intensi, che racchiudono il desiderio d’appartenenza all’universo, unitoall’intento di tradurre con la creatività anche la conoscenza. Buzzaccarinitrasmette attraverso l’alchimia dell’empatia il richiamo ad una realtà trascendente.Già nell’opera dal titolo “Chi cerca non smetta di cercare” prevale il paesaggio dalcolor ametista intenso, che dalla profondità sconfinata conduce lo sguardo delle figure alla visione estatica della curvatura del globo dal chiarore lunare. È un dipinto espressivo che rende il forte desiderio di coinvolgere lo spettatore nella diffusione del messaggio dell’arte verso un clima nuovo attuato dalla fusione con l’infinito del cosmo. Nel paesaggio marino “Orfeo”, eseguito nel 2018, ecco la figura del violinista che aspira a evolvere in farsi musica per la natura, mutare in atmosfera, divenire onda e così, in virtù della “necessità interiore”, appartenere al mondo intero, sul richiamo dominante del color blu dei dipinti marini. E se si cerca unpersonaggio bisogna arretrare nei secoli per trovarlo, racchiuso in una bolla trasparente e vagante, come nel dipinto “Traghettatoredel Giordano”. Un’immagine resa, sul piano della visionarietà, dal profeta biblico Giosuè mentre attraversa le acque del fiume che passa per tutta la Terra Santa, seguito da altre bolle, dove sono racchiuse isolate figure, esempi di storia umana e civile in transito nel tempo. È un tema dal significato simbolico, che ritorna alla figura umana sempre più smaterializzata nel passaggio in visioni più concentrate, talvolta assorbite da un centro finale dalla colorata luminosità: l’altrove.Tutta l’opera pittorica di Buzzaccarini nell’evoluzione dello stile dei vari indirizziculturali sembra fondersi nell’immagine-icona dell’uomo vitruviano racchiuso in una bolla. La figura con le braccia aperte di Vitruvio, già presente nei tempi storici e in tutte le latitudini, unita alla storia tardo medioevale è elevata nel Rinascimento nell’immagine antropocentrica da Leonardo. Così è nell’aspetto il bambinodalle braccia aperte, al quale Mariaberica de Buzzaccarini consegna il suo messaggio per le nuove generazioni, nel percepire il futuro dell’umanità.
Maria Lucia FerragutiVicenza, Ottobre 2018
Il giardino in autunno 2017.Cremona, collezione privata


di Maria Lucia Ferraguti

Vi sono mostre rare e di valore che conducono al tema della trascendenza. Mariaberica de Buzzaccarini per consapevolezza culturale sceglie per la mostra il lungo titolo Colui che cerca non smetta di cercare, fino a quando non avrà trovato. Quando avrà trovato sarà turbato, sarà meravigliato. E quando sarà stato meravigliato regnerà sul Tutto". (dal Vangelo di Tommaso). Si pone accanto agli artisti che in epoche diverse hanno ricercato un’esistenza più elevata, lontani dal materialismo avvicinandosi al pensiero orientale, alle idee di Steiner, alle teorie ermetiche e rosacrociane.Accanto agli ideali e ai sentimenti si trovano l’amore per il creato, il richiamo alla perfezione interiore e il senso di partecipazione per l’umanità. Le forme sono volutamente semplificate, mentre i colori corrispondono ad un livello di soggettività tale da manifestare il desiderio di unificarsi con l’universo. Da qui la fusione dell’uomo con gli elementi naturali attraverso la musica evolve in atmosfera nell’unità dell’acqua con il cielo nei dipinti marini, mentre il dominare dell’unico color blu conduce, simbolicamente, alla spiritualità. Visionario appare il viaggio di alcune figure senza peso entro bolle verso un ideale comune. Ancora quando Buzzaccarini, per esempio li riprende per riportarli nella dimensione filologica al percorso dell’umanità sulla scia lasciata della figura storica, del profeta e simbolo Giosuè. I diversi indirizzi culturali conducono all’immagine-icona dell’uomo vitruviano. Il colore alleggerito e lieve si ammorbidisce nella figura di un bimbo vitruviano al quale, pare, Buzzaccarini consegna in pittura, il suo messaggio per una nuova era spirituale.La Domenica di Vicenza, ottobre 2018


Personale a Vicenza, galleria De Munari paesaggi nella neve, 2015











Dalle Malghette, 2011







Abeti innevati, 2011








Campo Carlo Magno nella nebbia. 2011

Luce e colore ametista, personale a Costabissara, Sala consiliare 2010

  • presentazione:

LUCE E COLORE AMETISTA

a cura di Marifulvia Matteazzi Alberti

Cala la sera dietro l’orizzonte e la luce a poco a poco scende sul mare: un rosa ametista soffuso e impalpabile impreziosisce l’alone attorno all’isola, addolcendo il tremolio delle fronde, che infittisce il verde dell’alloro.

Ora il cielo si accende e trascolora, si anima di tinte intense, odorose di scura selva che lamenta l’attardarsi del brillare della prima stella, a pungere un tramonto pregno di luce.

Così serena, poetica, percorsa da un non so che di musicale è la pittura di Maria Berica Buzzaccarini, che nel suo studio immerso nel verde del parco dipinge con i colori del cielo e del mare paesaggi colti con infinito stupore per la natura, ogni volta rivisitata, quadro dopo quadro daccapo, come se fosse la prima volta.

L’Artista con rara dolcezza accompagna verso labili tracce, bianche striature per inoltrare lo sguardo nello spessore dell’aria, tra l’addensarsi del viaggio delle nuvole, oltre l’ irrequietezza del vento che soffia inviolato tra confini di terre, lagune, cascate.

Quello di Maria Berica Buzzaccarini è un colore interiorizzato, meditato da tempo: era emerso addietro come breve apparizione, ora le dilatazioni, gli slanci, i sussulti della mano, i ritorni improvvisi stendono la dolce scelta cromatica ametista a coprire appena, permettere alle altre tinte di soggiacere, di restare sommerse, nascoste dall’esile coltre che sfuma e abbandona.

Le sue dita leggere guidano con cura il pennello per combinare velature con il respiro lieve delle tonalità dei lilla, degli azzurri, dei rosa, dei gialli, e la luce scorre chiara sui pendii dei paesaggi per poi tuffarsi inquieta nei residui, in quel che resta dell’ombra; quindi riposa un poco per poi riemergere vigorosa ed arrampicarsi sui fianchi di colline, dirupi, rocce, macchie d’alberi o lungo misteriose cristallizzazioni d’ametista dove coagula il lirico pensiero che muove l’emozione dell’Artista.

Emozione che addensa ampi spazi su rocce isolate, piccoli labili sentieri e profonde radure cariche di aromi, aperte su voragini e crateri: quella di Maria Berica Buzzaccarini non è pittura semplice e quieta, ma complessa e sfaccettata come lo è il sentimento della natura e l’intensità che in esso palpita.


Pistis Sophia, 2012


Recensione:

Amare l'ametista e sceglierla per il suo colore porta Mariaberica Buzzaccarini a trasferire sulle tele in rassegna una costante presenza di luminosità violette. La pietra possiede un significato di richiamo alla spiritualità più elevata, riflessa nei paesaggi montani, nel vivace scorrere dell'acqua, nella verticalità delle rocce dinamicamente sfaccettate, unite nell'armonia del paesaggio che sale verso l'alto, al cielo. Entra non solo il rapporto con gli alberi e il sentimento di un'unità con la natura, ma è partecipe il sentire, attraverso gamme cromatiche nella varietà luminosa dell'ametista, il senso della purezza dell'ambiente. È il colore, a seguire Jean Guitton, inteso non come mezzo ma come fine, lo strumento di Buzzaccarini per raggiungere il legame più profondo con l'esistenza, il suo mistero, la possibilità dell'elevazione.

Così il cromatismo soffice di un'alta nube che avvolge la montagna s'affida all'evento simbolico di una nuova luminosità della cima, e questa dimensione si protrae, avvincente, al mistero di una figura, fonte abbagliante di luce. Buzzaccarini ha studiato storia dell'arte e psicologia all'università di Padova, pittura con Mina Anselmi e Otello De Maria; ha frequentato i corsi di Salisburgo e gli studi all'Accademia di Belle Arti di Venezia. S'integrano, nel suo procedere i corsi di musica e filosofia indiana presso la veneziana Fondazione Cigni e la pittura con Dina Giaretta di Padova. Alcune piccole sculture in terracotta s'integrano nell'esposizione e vivono nella varietà della posa del corpo e degli arti nell'espressività del porsi dei volti, nella massa dei capelli un immediato legame d'intesa, per memoria e modernità, con l'osservatore.

Dopo la prima esposizione all'Istituto Italiano di Cultura di Vancouver nel 1984 -1987 di acquerelli e sculture, espone in numerose rassegne. Si ricorda, tra altre, Via Solferino-Milano (1985), Madonna di Campiglio (BS) 1988, Arsenale di Verona (2005).

Maria Lucia Ferraguti

Luce e colore ametista, personale a Vicenza, galleria Artù 2010



Potere cristallizzante del pensiero, 2010


Volo d'uccelli, 2010

Un ponte tra due mondi, Vicenza, Galleria G.Zardo 2009

  • presentazione

L’arte di Mariaberica Buzzaccarini consegna a noi fruitori talmente tanto di più di quello che l’occhio sia in grado di incontrare a prima vista: l’occhio allenato, o l’occhio che realmente vuole (imparare a) vedere, e questo perché i suoi dipinti sono terribilmente stratificati e intricati.

Un meraviglioso mondo complesso di pure emozioni e di pensieri (talvolta crudeli) di verità universali, dal momento in cui le si incomincia a scoprire. Questa artista è un “simbolista” puro sangue . Ho avuto occasione di seguirla, quasi dai suoi inizi, e vedere il suo lavoro evolvere sia dal punto di vista tecnico che soprattutto spirituale.

Ella ha sempre abbracciato l’idea che per operare dei possibili cambiamenti in questo mondo si possa iniziare solo cambiando sé stessi. Un’idea fin troppo semplice, ma ci si chiede come mai così pochi di noi siano in grado di metterla in pratica effettivamente! Molto probabilmente siamo terrorizzati da questa necessaria introspezione, perché preferiamo non confrontarci sulle nostre personali verità. Permettete ai lavori di Mariaberica di guidarvi a vedere queste verità - questo mondo altro - attraverso il suo amore per la natura: natura che è resa con l’impiego di una tavolozza spettacolare di colori e vedute, che talvolta causa devastazioni, ma che, allo stesso tempo, non cessa mai di guarire. Infine, quest’autentica artista offre liberazione. Per raggiungere questa meta finale c’è una sola condizione: una mente aperta e la creazione di un’anima solida. Godetevi la vostra passeggiata sul ponte che collega questo mondo esterno a quello interno, UN PONTE TRA DUE MONDI.

A cura di Catharina Maria Jekeler, Bruxelles, Storico dell’Arte, Master in Arti e MBA, autrice di:”Gustave van de Woestyne - un simbolista fiammingo”







A cura di Maria Lucia Ferraguti

Due artisti nel Sottoportico della Basilica, Vicenza, 2005 Dissolvere l'ombra nella luce

Due artisti all'Arsenale di Verona, 2005 Dissolvere l'ombra nella luce




Dissolvere l'ombra nella luce


Personale ad Arsiero, Biblioteca comunale, 2007. Paesaggi ad olio







Ai piedi delle prealpi, 1999


Personale al Centro Congressi di Madonna di Campiglio 1988


Personale di acquarelli e sculture a Bassano del Grappa. 1987




Vancouver bay, 1983. Vicenza, collezione privata

Annotazioni cromatiche a Villa Lattes







Primavera, 1999. Venezia, collezione privata














Il lago, 1998. Schio, collezione privata


Personale all'Istituto Italiano di Cultura, Vancouver BC 1986

  • recensione


Personale di acquarelli e sculture in Via Solferino, Milano 1985

Bambina, 1983. Terracotta



Personale al Centro culturale italiano, Vancouver BC 1984







La baia di Vancouver, BC, 1984


Prime mostre